giovedì 10 novembre 2016

MEDITERRANEO A RISCHIO DI ESPLOSIONE!

                       Questa è l'unica terra che ci rimane!!! Non c'è ritorno.





di Gianni Lannes


In una frase: estinzione di un territorio decretata a tavolino da un governo di ineletti, eversori dell'ordine costituzionale. Addio all’identità mediterranea nelle diverse declinazioni italiane: un altro angolo rischia di andarsene per sempre, a causa della miopia politica e dell'ingordigia dilagante. Adesso, l’unico suono là fuori è il tintinnio di alcune schegge di calcare modellate dal vento che ne colpiscono altre semisepolte dalla terra rossa. Il sole è sorto da una manciata di ore, ma il calore già pulsa nell’aria, mentre lo sconfinato cielo azzurro abbaglia il mio sguardo prima dell’immersione. All’altezza degli occhi una striscia di mare di un blu compatto, eppure in lento movimento, cinge metà dell’orizzonte. Lì, sott’acqua si materializza l’arte della natura, che ha plasmato la materia grezza e amorfa modellandola in forme geometriche, come geometrica è la membrana che racchiude il protoplasma vivente, come geometriche sono le formazioni cristalline o i segni matematici dell’infinito. Lì, a una manciata di metri sul fondale, in quel meraviglioso capolavoro sottomarino, è racchiusa la legge della simmetria, dell’ordine che non può regnare in un mondo disumano senza vita, senz’anima, senza spirito, senza etica. Lì, in fondo, giacciono sublimi pagine di storia dimenticate; ma invece di recuperarle per beneficiarne le persone e le generazioni future, saranno distrutte per mero tornaconto economico, mentre i funzionari addetti al controllo e i politicanti telecomandati dall'estero con norme incostituzionali varate su misura degli affari, approvano a tutto spiano. E' mafia istituzionale o cos'altro? 


Come mai lo stesso progetto del 1997, autorizzato nel 1999 dal ministero dell'industria sotto Bersani durante il governo D'Alema, ma poi bocciato dai ministeri dell'Ambiente e dei Beni culturali, nonché dalla Regione Puglia nel 2000 e nel 2005, nel 2015 è stato valutato posivamente dai ministri Galletti e Franceschini? E per quale ragione il governatore Emiliano non ha revocato la delibera 1361 del 5 giugno 2015, a firma del predecessore Vendola? Misteri del piddì a stelle e strisce?


Tra due mondi, dove Oriente e Occidente si fondono nel Mediterraneo, proprio dove riposano alcune radici italiche, esattamente dove si condensano le epoche umane, dalla preistoria alle impronte federiciane fino a noi, ora lo Stato tricolore e quello del Kuwait a cui l’Italia vende armi in cambio di petrodollari, tramite l’Energas dei Menale, vuole a tutti i costi impiantare un gigantesco deposito di gas a petrolio liquefatto, insomma, una bomba ad orologeria da 60.200 metri cubi, con annessa movimentazione di navi gasiere in un porto insicuro, pericolante ed imbottito di amianto, già solcato da numerosi pescherecci e barche da diporto, nonché ferrocisterne ed autobotti di gpl che lambiranno la base dei cacciabombardieri nucleari F-35 per stazionare nella città di Foggia e transitare nella Capitanata. Inoltre, un deposito simile esiste già a Brindisi. Allora, perché distruggere una bellezza primordiale?
Un torbido affare a rischio di incidente rilevante (in palese violazione della terza direttiva Seveso e della Convenzione di Aarhus, ratificata dalle legge 108/2001), in un territorio ad elevato pericolo sismico (zona 2) nonché idrogeologico, che di strategico vanta esclusivamente la criminale speculazione: 10 chilometri di gasdotto, di cui 5 in mare per spianare le praterie di Posidonia, ed altri 5 sulle terraferma a violentare la terra, mettere a rischio gli esseri viventi, distruggere il paesaggio, disintegrare l’archeologia, imbavagliare la storia e annichilire la geografia. Il progresso energetico punta sulle fonti rinnovabili non su quelle fossili in via di esaurimento. Peraltro, alla Daunia, lo Stato e le multinazionali Edison ed Eni hano rubato miliardi di metri cubi di gas, e continuano a rapinarlo. Infatti, sono attive più di una dozzina di autorizzazioni della Regione Puglia, gran parte delle quali rilasciate dal sedicente ecologista Nichi Vendola, e mai annullate almeno in autotutela dal successore Michele Emiliano. Inoltre, nella Daunia sono operative due centrali turbogas abusive e l'inceneritore fuorilegge di rifiuti targato Marcegaglia (ETA S.p.A.), finanziato con denaro pubblico, autorizzato dallo stesso Vendola.

Nel 1223 un terremoto rase al suolo Siponto. E così Manfredi, figlio prediletto di Federico II di Svevia, fece edificare l'attuale Manfredonia.

Per dirla con lo stupor mundi: "Se il signore avesse conosciuto questa Piana di Foggia, luce dei miei occhi, si sarebbe fermato a vivere qui".  

Una crescita economica infinita del pil non può realizzarsi su un pianeta finito. Se si sfrutta troppo il territorio, si contamina l'acqua, si manomette il clima, di fatto si rapinano le prossime generazioni del diritto all'esistenza. Il progresso di un belpaese si misura dal rispetto di tutti gli esseri viventi e dalla salvaguardia reale dell'ambiente. Dall'educazione dei bambini e dalla giustizia sociale dipende la qualità del futuro.
Qualunque governo nazionale, regionale e comunale non ha alcun diritto di autorizzare la distruzione della Daunia, per garantire una mera speculazione. E' l'ora di combattere concretamente nell'agora, con le risorse pacifiche, nonviolente e intelligenti per arrestare definitivamente e per sempre questa follia distruttiva. Su la testa!


riferimenti:

Gianni Lannes, La montagna profanata, Edizioni del Rosone, Foggia, 2015.

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2016/11/la-montagna-del-sole.html 

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2016/11/in-puglia-i-primi-cacciabombardieri.html 

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=DAUNIA
 
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Solo dopo che l’ultimo albero sarà abbattuto, solo dopo che l’ultimo lago sarà inquinato, solo dopo che l’ultimo pesce sarà pescato, Voi vi accorgerete che il denaro non può essere mangiato.
(Toro Seduto, capo della tribù dei Sioux)
 
 

GARGANO: CAPODOGLI TRUCIDATI PER LA RICERCA DEL PETROLIO

 Non ci sono parole solo grande tristezza infinita.........
 

Gli animali non possono parlare, ma come possiamo io e te non parlare per loro e astenerci dal rappresentarli? Ascoltiamo, noi tutti, il loro silenzioso pianto di agonia e aiutiamo quel pianto a essere ascoltato nel mondo.
Rukmini Devi Arundale


La crudeltà verso gli animali è tirocinio della crudeltà contro gli uomini.
- Publio Ovidio Nasone ( 43 a .c.-17/18 d.c.) - poeta latino 



Perché dovremmo considerare di minor valore la sofferenza inflitta ad altre creature, per il semplice fatto che queste appartengono ad una specie diversa dalla nostra?
- Prof. Dr. Jean-Claude Wolf 



tratto da:
 http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search/label/stupro%20ambientale

martedì 20 settembre 2016

L’Euro e la distruzione dell’industria Italia .

L’Euro e la distruzione dell’industria Italia .


"Il futuro non è più quello di una volta."


di Alain Parguez
Uno dei principali ideologi dell’euro, Jacques Attali, nel 1985, nella fase conclusiva del dibattito sul trattato di Maastricht, afferma testualmente: “il nostro obiettivo principale è di distruggere per sempre qualunque capacità industriale al di fuori della Germania e della Francia”.………

 La cupa storia della costruzione del Nuovo Ordine europeo non è comprensibile se non si chiarisce una questione di base: perché i pianificatori dell’euro hanno deciso di estendere l’unione monetaria europea a Paesi come la Grecia, il Portogallo, la Spagna, e poi ad altri, come alcuni paesi dell’Europa orientale?
Il fatto è che dovevano risolvere una contraddizione di fondo, sintetizzabile così: “Con l’euro noi distruggeremo il consumo e il potere d’acquisto nelle economie nazionali della Germania e della Francia: che ne sarà, dunque, dei profitti?
Ebbene, la soluzione c’era: l’esportazione.
Sì, ma l’esportazione dove?
C’è un fatto fondamentale che troppe persone ignorano: i tedeschi erano estremamente riluttanti ad entrare nell’unione monetaria; c’è stato un periodo, soprattutto durante i primi anni ’70, in cui la politica monetaria e fiscale era molto più espansionistica in Germania che non in Francia; perché dunque il regime di Mitterand ha obbligato la Germania ad entrare nell’Unione? La risposta è semplice: il governo Kohl era finanziato da fondi segreti francesi; e non è tutto: c’era un Paese che era odiato dall’establishment francese da moltissimo tempo, e questo Paese era proprio l’Italia; l’ossessione dei tecnocrati francesi era proprio quella di distruggere la base industriale dell’Italia; non per nulla hanno sempre accusato i governi italiani di essere troppo morbidi relativamente ai salari, ai sindacati e al potere d’acquisto.
Come si poteva distruggere l’economia italiana? Semplice: imponendo una rivalutazione della valuta; e quando l’Italia decise di adottare l’euro [imposto da Prodi, N.d.R.], questo avvenne in concomitanza con la decisione di una rivalutazione di almeno il 45% dei prezzi; perciò, di colpo, gli italiani si ritrovarono a non poter più esportare al di fuori dell’eurozona.
Mi fa ridere quando la gente in Italia dice: “Ma se abbandoniamo l’euro come faremo? Sarà un incubo!”. Ma se l’italia è stata completamente distrutta dall’euro!
Immaginatevi i prezzi relativi dell’industria italiana, per esempio sul mercato americano: con un aumento improvviso del 40%, era chiaro che le esportazioni italiane sarebbero crollate da un giorno all’altro.
Messa fuori gioco l’Italia, a questo punto si decise di sedurre anche la Grecia, il Portogallo, l’Irlanda, per gli stessi motivi: aumentare le esportazioni.
Si trattava di Paesi senza alcuna base industriale, oppure la cui base industriale era completamente distrutta dall’impatto della valuta: in questo modo l’Italia, la Grecia, in generale l’Europa meridionale, l’Europa orientale, sono diventati praticamente come dei mercati coloniali per la Germania e per l’industria tedesca e francese.
Anche l’ignoranza gioca un ruolo negativo nella comprensione del fenomeno-euro: spesso infatti la gente dà questa spiegazione del successo tedesco: “I Tedeschi sono molto qualificati, fanno tutto bene: è giusto che abbiano successo.”
Già, ma c’è tutta la situazione storica precedente da considerare: pochi sanno infatti che il cosiddetto “miracolo tedesco” dev’essere fatto risalire al regime nazista. Si tratta di una questione lasciata in ombra praticamente da tutti, che ho studiato approfonditamente insieme con Annie Lacroix-Riz, l’unica storica francese che abbia avuto il coraggio di affrontare questo genere di problematiche.
Durante il periodo nazista l’industria tedesca aveva tratto beneficio innanzitutto da una manodopera quasi schiavizzata: il livello dei salari era crollato anche del 60% e durante la guerra le aziende tedesche avevano beneficiato anche della manodopera schiava assunta dalle SS dai campi di concentramento; al tempo stesso il regime investiva miliardi e miliardi di quel tempo nell’industria, creando basi tecnologiche veramente molto avanzate per l’epoca, talmente avanzate da non essere ancora fruibili fino a più di 10 anni dopo la guerra; e lo stesso è avvenuto in Francia.

Ma torniamo ai signori dell’euro. Restavano comunque molti altri problemi da risolvere per loro: bisognava distruggere le esportazioni e distruggere l’economia interna dell’Italia e della Grecia, ma da dove sarebbero arrivati, poi, gli introiti? 
La risposta a questa domanda è molto semplice: se consideriamo i dati aggregati delle esportazioni nette dalla Germania e dalla Francia fin dall’inizio dell’eurozona, vediamo che i livelli sono identici ai deficit aggregati di Stato dei Paesi dell’Europa meridionale e orientale; pertanto la Grecia, l’Italia, la Spagna, hanno fornito dei profitti netti illimitati all’industria francese e tedesca; l’85% delle esportazioni tedesche nette, e questo vale anche per la Francia, sono all’interno dell’eurozona, ed è per questo che, contrariamente a quello che si potrebbe pensare, non accetteranno mai pacificamente il fatto che la Grecia o l’Italia abbandonino l’eurozona, appunto perché lecorporation, le grosse aziende francesi e tedesche, si troverebbero improvvisamente a secco di utili.
È quindi assurdo sentir accusare Paesi come l’Italia e la Grecia di essere responsabili dei propri deficit: senza il deficit dell’Italia e della Grecia, la situazione delle aziende francesi e tedesche sarebbe già di bancarotta.
Uno dei principali ideologi dell’euro, Jacques Attali, nel 1985, nella fase conclusiva del dibattito sul trattato di Maastricht, afferma testualmente: “il nostro obiettivo principale è di distruggere per sempre qualunque capacità industriale al di fuori della Germania e della Francia”.
E questo, dal suo punto di vista, si può capire.
Rimane invece il problema del perché i governi del vostro Paese, della Grecia e della Spagna, abbiano accettato un suicidio di questo tipo, o meglio abbiano accettato di suicidare le proprie economie, le proprie società; è questo il vero problema. E qui si apre la questione della corruzione e dell’ignoranza: non dobbiamo mai dimenticare che si è trattato di un periodo in cui la Francia spendeva moltissimo per acquisire l’appoggio dei vostri politici e dei vostri tecnocrati della classe dominante.

Se mi domandate i nomi dei politici italiani pagati dai tecnocrati francesi, debbo dire che su questo punto sono d’accordo con Annie Lacroix-Riz: si tratta di tutti i democristiani degli anni ’70, con un impatto molto forte della Chiesa e del Vaticano; non dobbiamo mai dimenticare che fin dall’inizio la Chiesa ha svolto un ruolo fondamentale nella costruzione dell’Europa.

[Subito dopo il prof. Parguez consegnerà a Paolo Barnard l’elenco scritto dei nomi dei principali responsabili, che Barnard leggerà in pubblico: Romano Prodi, Mario Draghi, Carlo Azeglio Ciampi, Mario Monti e, “il peggiore di tutti”, Massimo D’Alema, grande amico personale del banchiere tecnocrate Jaques Attali; inoltre l’Opus Dei e, com’era scontato, alcune logge massoniche, N.d.R.].

La storia però è per certi versi ormai compiuta: l’Unione Europea è stata creata ed è un dato di fatto; adesso abbiamo un’altra questione da affrontare, e cioè la cosiddetta crisi finanziaria generata dal debito pubblico.

Nel corso di svariati dibattiti amichevoli con gli economisti americani della MMT, io ho ripetuto più volte che tale evento non può essere considerato come una crisi da instabilità finanziaria secondo l’analisi di Minsky: Minsky non avrebbe mai immaginato che il debito pubblico potesse generare quello che si potrebbe definire come la nuova peste nera che sta dilagando per l’Europa.
Che cosa è successo? Che i fautori del sistema dell’euro avevano in mente il ritorno ad un qualche modello di economia neoagraria, diciamo di tipo evoluto, come prima dell’avvento della rivoluzione industriale, e quindi hanno tagliato la spesa pubblica; il regime di Mitterrand nel 1983 aveva avviato un programma deflazionistico: quel programma fu il primo ad essere mirato esplicitamente ad un incremento a lungo termine della disoccupazione, senza alcuna speranza di poter poi ritornare alla piena occupazione.

Ma qual è stato il risultato? Che il settore privato improvvisamente ha smesso di investire: gli investimenti privati interni in Germania e in Francia hanno cominciato a crollare, e adesso siamo sottozero; i consumi sono crollati a loro volta, il gettito fiscale è crollato di conseguenza; e quindi i governi un po’ dovunque nell’eurozona hanno dovuto gestire delle situazioni di deficit; ma si trattava di deficit inattesi e indesiderati, che non rappresentavano la controparte, diciamo così, di una spesa produttiva; e sono stati sorpresi semplicemente perché ignoravano i fondamenti dell’economia moderna: non avevano mai sentito parlare di Abba Lerner e di finanza funzionale.
Ormai, però, questi deficit esistevano e andavano gestiti; sennonché i governi non avevano più alcun controllo sulla creazione della moneta, e a questo punto erano obbligati (e, debbo dire, erano anche molto felici di esserlo, perlomeno in Francia e in Germania) ad andare a chiedere soldi ai cosiddetti mercati dei bond o titoli di Stato.
Ma che cosa sono i cosiddetti mercati dei bond? Chiariamolo: è un “cartello” composto dalle banche più importanti di Francia e Germania; non esiste la minima concorrenza fra le banche appartenenti a questo cartello.
I governi sono stati obbligati ad accumulare il debito e le banche si sono buttate sui titoli di Stato; perché? Perché non c’era più la volontà da parte delle aziende tedesche e francesi di chiedere credito (e quindi di indebitarsi). Il debito di Stato quindi si è trasformato in una specie di cornucopia per le banche, che potevano imporre i tassi di interesse che volevano.
Pertanto i tassi di interesse, dall’inizio degli anni ’70, hanno toccato livelli mai raggiunti fin dagli ultimi giorni dell’Ancien Regime: come a dire che in pratica siamo ritornati ai tempi di Maria Antonietta e di Luigi XVI.
C’erano però dei problemi anche seri: se da una parte il debito pubblico è diventata la fonte principale di reddito per le banche, dall’altra parte però lo Stato veniva considerato come un’azienda cattiva, sempre sull’orlo del fallimento, e quindi il valore reale del debito è crollato. Adesso quindi ci troviamo ad entrare nel grande mistero della nuova peste nera, la crisi del debito pubblico.
È partita dalla Grecia: ma perché?


La Grecia non si è affatto comportata in maniera sorprendente: 
il governo greco è stato obbligato ad aumentare la spesa, dato che il settore privato in Grecia era completamente assente, ma la Grecia era comunque da sempre un Paese economicamente debole; le banche hanno cominciato a subodorare la possibilità che ci fosse un cambiamento di politica economica; e quindi che cosa hanno fatto? Hanno aumentato i limiti della bancarotta dello Stato greco di fronte alla possibilità di default da parte dei Greci. Hanno “dimenticato” che il problema defaultera sempre esistito per la Grecia…
Ma quello che avevano in mente e che temevano non era assolutamente il default: il loro piano era ben altro: era quello di imporre uno sfruttamento finanziario sempre più terribile in tutta Europa [concretizzatosi poi in mostruosità come il MES e l’ERF o “Redemption Fund”, N.d.R.]. Le banche non vogliono la restituzione del debito: che cosa se ne farebbero di tutti quei soldi? [Non dimentichiamo che si tratta di moneta “fiat”, priva di valore intrinseco, N.d.R.]. Non se ne farebbero niente. Quello che vogliono è avere un reddito.
La peste nera è partita dalla Grecia e si è diffusa, un po’ come nel Medioevo; si è diffusa dilagando in tutta l’Europa; e se di crimine si deve parlare, si tratta di un crimine perpetrato dai governi francese e tedesco, che hanno ceduto completamente la propria sovranità al mercato dei bond. È stata un’abdicazione totale. 
Come hanno potuto farlo? Lo hanno fatto avviando una corsa mortale alla deflazione
; e adesso ci troviamo ad attraversare la fase più terribile di crollo e di morte dell’economia europea. Per mantenere il patrimonio netto delle banche i governi impongono la deflazione, e la deflazione produce altra deflazione in una spirale senza via d’uscita: ed effettivamente, questo è l’inizio della fine per il sistema.

Fonte:
http://economiaepotere.forumfree.it/?t=61022608

Alain Parguez è professore emerito di Economia First Class all’Università Franche-Comté di Besançon (Francia) nelle facoltà di Giurisprudenza, Economia e Scienze Politiche. Tra gli altri titoli accademici: è docente di Statistica e Scienze Economiche all’Università di Parigi, nel 1973 ha conseguito due tesi di dottorato, negli Stati Uniti è membro della “Eastern Economic Association” e del Dipartimento di Economia all’Università di Ottawa. E’ autore di diversi saggi sulla politica monetaria, sulla politica economica e sulla concezione della crisi. Dal 1984 al 1996 è stato direttore del periodico “Monnaie et Production”. E’ l’ideatore della Theory of the Monetary Circuit, di ispirazione post -keynesiana, a cui ha dedicato buona parte della propria carriera, e attualmente sta ultimando la stesura di questa vasta e dettagliata ricerca.


citato da http://www.criticamente.it

venerdì 10 giugno 2016

Consapevoli negli acquisti - Boicottaggio come strumento di dissenso e condanna.



Ogni acquisto è un voto

 Pensiamo prima di comprare!!!



 Risultati immagini per boicottaggio resistenza 






LISTA MULTINAZIONALI DA BOICOTTARE


LISTA DELLE MULTINAZIONALI E DEI GRUPPI DA BOICOTTARE: I PRODOTTI E
IL PERCHE’
Questa e’ una lista non completa di riferimento per un consumo
ragionato. La lista verra’ organizzata meglio e arricchita al piu’
presto. Alla fine della pagina trovate una lista dei prodotti da
boicottare organizzata per tipologia dei prodotti in ordine
alfabetico.
UNILEVER
(proclamata da Animal Aid per esperimenti su animali)
:COMPORTAMENTI NON ETICI SEGNALATI: Abuso di potere,Sfruttamento
Terzomondo, Danni all’ambiente, Ogm, Diritti lavoratori, Regimi
oppressivi, Illeciti, Sfruttamento animali,Pubblicita’ scorretta,
Paradisi fiscali
:COSA COMBINA NEL MONDO LA UNILEVER
REGIMI OPPRESSIVI: ha filiali in Brasile, Colombia, Egitto, El
Salvador, Guatemala, Honduras, India, Indonesia, Kenya, Messico,
Marocco, Perù, Filippine, Senegal, Sri Lanka, Turchia e Uganda.
RELAZIONI SINDACALI: nel Giugno 89 i lavoratori della Gessy Lever a
San Paolo, Brasile, occuparono la fabbrica per rivendicare paghe e
condizioni di lavoro migliori; 87 di loro furono licenziati. Sebbene
poi i lavoratori ricevettero un aumento di paga, la direzione
mancò
di riconoscere il consiglio di fabbrica eletto dai lavoratori.
SALARI E CONDIZIONI DI LAVORO: nel 1988 membri del sindacato dei
lavoratori nella fabbrica Elida Gibbs in Sudafrica scioperarono per
il salario minimo. La direzione aziendale ottenne un ordine dalla
Corte Suprema che reprimeva i membri del sindacato dall’interferire
con la produzione e distribuzione di merci. (Comunque, il sindacato
ultimamente ha vinto la sua rivendicazione per un salario minimo
mensile di R 195).
DIRITTO ALLA TERRA: Unilever ha una grande fabbrica di tè a Pazar
nella Turchia Orientale, un’area dalla quale la gente, la maggior
parte Kurdi, è stata espulsa secondo uno schema di sviluppo deciso
dal Governo Turco.
AMBIENTE: la compagnia è stata multata per 5.000 sterline nel 1990
per il rilascio di 50 tonnellate di acido solforico concentrato dalla
sua fabbrica Crossfield Chemicals a Warrington (Gran Bretagna).
Secondo il Registro dell’Autorità Nazionale dei Fiumi, nel periodo
Gennaio-Marzo 1991 la compagnia ha superato gli scarichi consentiti
tre o più volte. Inoltre, tra l’1-9-1989 e il 31-8-1991 la
compagnia fu dichiarata colpevole di inquinamento delle acque.
COMMERCIALIZZAZIONE IRRESPONSABILE: Unipath, filiale della Unilever,
è stata criticata da Maternity Alliance per l’offerta di una
fornitura mensile di un complesso vitaminico insieme ai kit per il
test della gravidanza. I gruppi fanno notare che nel 1990 il
Dipartimento della Sanità consigliò alle donne gravide di
evitare di
prendere integratori dietetici che includono la vitamina A, a causa
dei pericoli di difetti nel nascituro.
CAMPAGNA DI BOICOTTAGGIO: nel Febbraio 1992 Mid Somerset Earth First!
lanciò il boicottaggio della Unilever e dei suoi prodotti
dietetici integrali, alla luce dei test sugli animali e del comportamento
globale verso l’ambiente.


I prodotti:
DETERSIVI: Coccolino, Omo, Bio Presto, Svelto,
Vim, Cif, Lysoform, Surf
SAPONETTE: Lux, Dove, Rexona
SPAZZOLINI: Gibbs
DENTIFRICI: Durban’s, Benefit, lose-up
Pepsodent, Mentadent
CREME: Leocrema, Cutex
SHAMPOO: Clear, Elidor, Axe, Denim, Dimension, Dove, Timotei
COSMETICI: Atkinson
PROFUMI: Fabergè, Brut 33
ALIMENTARI: Milkana, Gradina, Rama, Maya
MARMELLATA: Althea
GELATI: Algida, Carte d’Or, Eldorado, Magnum, Solero, Sorbetteria di
Ranieri
SURGELATI: Findus, Genepesca, Igloo
OLIO: Bertolli, Dante, Friol, Maya
MAIONESE: Calve’, Mayo’, Top down
TE’ : Lipton, TE’ati
MICROSOFT:
per informazioni controllate il sito:
http://www.tmcrew.org/csa/l38/multi/microsoft/index1.htm
IBM:
per info: http://www.tmcrew.org/csa/l38/multi/ibm/ibm.htm


NESTLE’:
(proclamata da Baby Milk Action per violazione codice OMS)
:COMPORTAMENTI NON ETICI SEGNALATI: Abuso di potere,Sfruttamento
Terzomondo, Danni all’ambiente, Vendite irresponsabili, Ogm, Diritti
lavoratori, Regimi oppressivi, Illeciti, Pubblicita’ scorretta,
Paradisi fiscali
:COSA COMBINA NEL MONDO LA NESTLE’:
REGIMI OPPRESSIVI: Nestlè ha filiali in Brasile, Cina, Colombia,
Egitto, El Salvador, Guatemala, Honduras, India, Indonesia, Kenya,
Libano, Messico, Papua Nuova Guinea, Filippine, Senegal, Sri Lanka,
Turchia. L’Oreal è presente anche in Perù e Marocco.
RELAZIONI SINDACALI: nel 1989 i lavoratori di una fabbrica di
cioccolato a Cacapava, Brasile, fecero sciopero. I lavoratori si
lamentavano delle misere condizioni di lavoro, compresa la
discriminazione verso le donne, la mancanza di indumenti protettivi e
le inadeguate condizioni di sicurezza. Entro due mesi dall’inizio
dello sciopero la compagnia aveva licenziato 40 dei suoi operai,
compresa la maggior parte degli organizzatori dello sciopero.
COMMERCIALIZZAZIONE IRRESPONSABILE: recenti mosse della Nestlè nel
campo del latte in polvere per neonati comprendono un’ulteriore
violazione del Codice dell’OMS, cioè la pubblicità del suo
nuovo
latte ipo-allergenico, Good Start, negli USA. Si è saputo che
alcuni
neonati hanno sofferto di shock ‘anafilattici’, con pericolo per le
loro vite, dopo essere stati nutriti con questo prodotto. Vedi anche
il boicottaggio sotto.
TEST SU ANIMALI: L’Oreal è attualmente oggetto di boicottaggio per
il suo uso continuato di test sugli animali. La stessa Nestlè è
stata recentemente criticata dalla BUAV (antivivisezionisti inglesi) per
aver fatto test di cancerogenicità del suo caffè su topi.
CAMPAGNA DI BOICOTTAGGIO: la Nestlè è attualmente oggetto di un
boicottaggio mondiale per la pubblicità irresponsabile del latte
in polvere, e L’Oreal per i test sugli animali.
I prodotti:
BEVANDE: Nescafè, Nesquik, Nestea, Orzoro, Belte’, Chino’, Mirage,
Nestea, One-o-one, S.Bitter
ACQUA MINERALE: Claudia, Giara, Giulia, Limpia, Lora Recoaro,
Pracastello, Sandalia, Tione,Perrier, Vittel, Acqua Vera, San
Bernardo, S. Pellegrino, Panna, Levissima, Pejo, Ulmeta
DOLCI: Smarties, Kit Kat, Galak, Lion, After Eight, Quality Street,
Toffee, Polo, Rowntree, Motta, Alemagna, Nesquik, Fruit Joy, Fruttolo
CIOCCOLATO: Perugina, Baci, Nestlè
SALUMI: Vismara, King’s
OLIO: Sasso
CONSERVE: Berni, Condipasta, Condiriso
FORMAGGI: Locatelli
PASTA: Buitoni, Pezzullo
DADI PER BRODO: Maggi
SURGELATI: Surgela, Mare Fresco,
La Valle degli Orti
GELATI: Motta, Alemagna,
Antica Gelateria del Corso
CIBI PER ANIMALI: Friskies, Buffet
COSMETICI: L’Oreal, Lancome


MCDONALD’S
http://www.tmcrew.org/mcd/index.html
DEL MONTE
CIRIO
CHIQUITA
Nel suo secolo di vita, l’impresa è stata coinvolta in intrighi
internazionali, in scioperi repressi nel sangue, corruzione, scandali
e colpi di stato. Ancora oggi passa per essere un’impresa dal pugno
di ferro con molti contenziosi aperti con il sindacato e con le
popolazioni dei paesi in cui opera.Dal 91 al 99 Amrican Financial
Corporation ha pagato oltre tre milioni di dollari al partito
repubblicano, aggiudicandosi il quinto posto nel finanziamento ai
partiti americani.Approfitta della sua posizione di potere per
imporre prezzi molto bassi delle aziende agricole di cui si rifornisce.
Nel 1994, tramite un rapporto al Ministero del lavoro del Costa Rica,
il sindacato SITRAP ha denunciato l’esistenza di squadre armate
all’interno delle piantagioni e un clima di intimidazione.
Il sindacato ha aggiunto che molte società baleniere, compresa
Chiquita, tentano di distruggere i sindacati indipendenti convincendo
i lavoratore a iscriversi a sindacati padronali.
Esse licenziano gli attivisti sindacali e li schedano in
apposite “liste nere” affinché non possano trovare lavoro in altre
piantagioni.Nel 1995 in Honduras, Chiquita ha chiuso quattro
piantagioni. Secondo il sindacato locale si è trattato di una scelta
compiuta solo per indebolire il movimento dei lavoratori.
Chiquita ha approfittato dei danni provocati dall’ uragano Mitch,
abbattutosi in America centrale nel 1998, per ricattare i lavoratori
con la minaccia della non riapertura delle piantagioni danneggiate e
per revocare diritti sindacali ed economici che erano già stati conquistati.
Fonti sindacali rivelano che nelle piantagioni Chiquita si usano
pesticidi che l’organizzazione mondiale della sanità classifica come
molto pericolosi. Inoltre il sindacato aserisce che certi pesticidi
sono erogati con aerei, addirittura mentre c’è gente che lavora in
piantagione.L’ alta quantità di pesticidi utilizzati nelle
piantagioni per la produzione di banane contamina i suoli e i fiumi
circostanti avvelenando le acque e uccidendo molte forme di
vita.Secondo l’inchiesta del “Cincinnati Enquirer” pubblicata il 3
maggio 1998, in Centro America le filiali di Chiquita usano vari
sistemi, compresa la corruzione, per ottenere favori dai governi e
per aggirare le leggi che regolamentano il comportamento delle
imprese.Nel 1999 varie associazioni europee tra cui il Centro nuovo
modello di sviluppo, hanno concordato con COLSIBA, il coordinamento
sindacale dei lavoratori bananieri del Centro America, il lancio di
una campagna di pressione internazionale per indurre Chiquita a
relazioni sindacali più corrette e a garantire ai lavoratori migliori condizioni di lavoro.
SUNDDIAMOND:
In Italia i prodotti con il marchio Diamond e Sunsweet sono
distribuiti da Noberasco.
Nel 1997 ha donato 6000 dollari all’ex segretario per l’agricoltura
Mike Espye altri 4000 dollari al fratello Henry Espy,a sostegno della
campagna elettorale di quest’ultimo.Secondo la sezione sindacale
americana Teamstars Local Union usa pesticidi pericolosi.Le relazioni
sindacali da parte di Diamond sono pessime. Il sindacato accusa l’
aziendadi licenziare gli scioperanti e di dare salari molto
bassi.Continua il boicottaggio di Sun Diamond per abusi nei confronti di lavoratori.
Nel 1985, in un momento di grave difficoltà finanziaria, le aziende
ottenne dai lavoratori una autoriduzione dei salari del 30-40% e un
maggior sforzo lavorativo che fece aumentare la resa produttiva .
Nel giro di poco tempo l’aziende recupero’ e i profitti balzarono
all’eccezionale tasso del 40%.Nel 1991 i lavoratori chiesero di far
tornare i salari ai livelli originari, ma invece di accogliere la
richiesta , Diamond licenzio’ i 500 dipendenti in sciopero e li
rimpiazzo’ con nuovi braccianti intimiditi.
Dal 1993 il sindacato ha iniziato una battaglia senza quartiere,
anche a livello internazionale, per la reintegrazione dei lavoratori
licenziati e il ritorno dei salari a livelli ragionevoli.
DANONE:
Chi è la Danone [dalla Guida al consumo critico del Cnms]
Il Centro nuovo modello di sviluppo di Pisa, coordinato da Francesco
Gesualdi, pubblica ogni anno la Guida al consumo critico [edizioni
Emi], che raccoglie informazioni riferite a 170 gruppi italiani ed
esteri presenti con i loro prodotti nei supermercati italiani. Tra
questi, naturalmente, trova spazio anche il Gruppo Danone, di cui vi
proponiamo una sintesi del testo contenuto nella guida.
Multinazionale alimentare di origine francese, il Gruppo Danone è
presente oggi in 27 paesi. Sorta nei primi anni Sessanta come
produttrice di contenitori di vetro, nel giro di una quindicina di
anni è divenuta una dei colossi mondiali dell’alimentare e delle
bevande. La proprietà del gruppo è frammentata fra oltre 140 mila azionisti,
i principali dei quali sono i banchieri Lazard, la
famiglia Agnelli e la società di assicurazione Axa.
La produzione del gruppo Danone è costituita da: latticini e prodotti freschi,
settore in cui è leader mondiale, acque e altre bevande,
ma anche biscotti, pasta, salsa e contenitori in vetro.
Negli ultimi anni è diventata leader nelle acque minerali negli Stati uniti
[secondo operatore dopo la Nestlè], in Argentina, in Cina, e in Indonesia.
Nel marzo dello scorso anno ha lanciato, insieme alla Nestlè, il
primo supermercato on-line per i prodotti di largo consumo delle due
aziende. Ha un accordo strategico mondiale con Coca-Cola per la
produzione e la commercializzazione di succhi di frutta.
In Italia Danone opera attraverso varie società: Danone, Egidio
Galbani, Gelaz, Italaquae, Saiwa, Sorgente Santagata, Birra Peroni.
Danone fa parte di EuropaBio, un’associazione che raggruppa le
industrie con interessi nel settore delle biotecnologie, il cui scopo
è di intervenire a tutti i livelli per legittimarne l’impiego.
Da vari anni gli stabilimenti della sua controllata inglese HP Foods
inquinano gravemente l’ambiente circostante [secondo l’associazione
ambientalista”Hall of shame”, la HP Foods occupa il settimo posto
nella graduatoria delle imprese manifatturiere inglesi più inquinanti].
Per quanto riguarda i diritti dei lavoratori dipendenti, la strategia
della Danone ha previsto negli ultimi anni una graduale chiusura
degli stabilimenti meno redditizi e l’accorpamento dei piccoli, e la
riduzione del personale. Nonostante nel 1996 e nel 1997 avesse
firmato col sindacato internazionale due accordi che la impegnavano a
informare i sindacati ed a concordare con essi i piani di
ristrutturazione, nel giugno 1998, si è aperto un grave scontro in
Francia in occasione della ristrutturazione dello stabilimento di
Sant-Meloin.
I prodotti:
ACQUE MINERALI: Ferrarelle, Igea, Antica Fonte, Boario, Fausta,Vitas
YOGURTH E AFFINI: Yogurth Danone, Vitasnella, Actimel, Danito,
Danette
BISCOTTI E AFFINI (Saiwa): Ritz, Oro Saiwa, Oro Ciok, Crackers
Premium Saiwa, Cipster, Biscotti Tuc, Pansaiwa, Urrà, Biscotti
Vitasnella, Dolcezze del mondo, Le Frolle, Wafer Saiwa, Biscotti
Prince
ALTRI PRODOTTI (gruppo Galbani): Vallelata Galbani, Mozzarella Santa
Lucia, Galbanino, Bel Paese, Certosa
FOSTERS:
http://www.mcspotlight.org/

BURGER KING
Burger King (al contrario di McDonald’s) non è stato così stupido
(che noi sappiamo) per diffamazione, e per questo motivo che
ovviamente non abbiamo la stessa quantità di materiale anche su di loro.
Se dovessero però citare qualcuno in giudizio siamo sicuri che
riusciremmo ad averne tantissime, ma prima di questo mandateci tutte
le informazioni su Burger King che avete.
Burger King della Gran Bretagna è stato al centro dell’attenzione dei
media l’altr’anno quando si scoprì che stipulava i cosiddetti
contratti “zero-ore”, che significa che i lavoratori non vengono
pagati per i periodi di tempo nella giornata in cui non hanno lavoro
da fare (ad esempio a negozio vuoto etc.). Sono stati accusati di
sottopagare il personale di sala fino a che hanno potuto. Adesso
hanno annunciato di non utilizzare più queste pratiche, ma se sai
cose differenti faccelo sapere.
Per info:
http://www.ran.org/ran/kids_action/actions.html – Rainforest Action
Network
http://www.econet.apc.org/fair/extra/best-of-extra/wildmon-burger-
king.html – EcoNet



PEPSICO INC. PEPSI K.F.C. ecc.

Le contestazioni ed i boicottaggi contro la PepsiCo Inc. si basano
sul fatto che opera e sostiene paesi con regimi dittatoriali. La
Pepsi ha sussidiarie in Birmania, Messico, Filippine e in Turchia. La
PepsiCo ha nei suoi stabilimenti laboratori per esperimenti sugli
animali, dove fa studi nutrizionali su delle cavie, che usa anche
pertestare la sicurezza di determinanti ingredienti.
per info: http://www.tmcrew.org/csa/l38/multi/pepsico.htm
PHILIP MORRIS E MARLBORO:
http://www.mcspotlight.org/
SETTORE CHIMICO/FARMACEUTICO
BAYER
HENKEL
JOHNSON & JOHNSON
L’OREAL
COLGATE-PALMOLIVE
(proclamata da BUAV per esperimenti su animali)
:COMPORTAMENTI NON ETICI SEGNALATI: Danni all’ambiente, Vendite
irresponsabili, Diritti lavoratori, Regimi oppressivi, Illeciti,
Sfruttamento animali,Pubblicita’ scorretta, Paradisi fiscali
RECKITT BANCK
(proclamata da BUAV per esperimenti su animali)
:COMPORTAMENTI NON ETICI SEGNALATI: Regimi oppressivi, Sfruttamento animali,
Pubblicita’ scorretta
JOHNSON WAX
(proclamata da BUAV per esperimenti su animali)
:COMPORTAMENTI NON ETICI SEGNALATI: Regimi oppressivi, Sfruttamento
animali
ABBIGLIAMENTO:
NIKE
COSA COMBINA NEL MONDO LA NIKE
REGIMI OPPRESSIVI: tutte le scarpe Nike sono prodotte in Asia, in
particolare in Indonesia, Cina, Thailandia, Taiwan, Corea del Sud,
Vietnam.
RELAZIONI SINDACALI: in Indonesia i sindacati liberi sono illegali e
vengono repressi dall’esercito, i dirigenti sindacali sono
licenziati, imprigionati, torturati, ed anche uccisi.
SALARI E CONDIZIONI DI LAVORO: i lavoratori della Nike ricevono un
salario da fame, inferiore al salario minimo stabilito dalla legge
indonesiana. Lavorano esposti ai vapori delle colle, ai solventi,
alle vernici, per 12 ore al giorno.
COMMERCIALIZZAZIONE IRRESPONSABILE: la Nike spende circa 180 milioni
di $ all’anno in pubblicità, quando sarebbe sufficiente l’1% di
questo bilancio per migliorare le condizioni di 15.000 lavoratori indonesiani.
CAMPAGNA DI BOICOTTAGGIO: nel 1990 Operation Push, un gruppo per i
diritti civili, ha lanciato il boicottaggio della Nike perchè,
nonostante venda il 45% dei suoi prodotti ai neri, non vi sono
afroamericani ai vertici dell’azienda; essa inoltre non concede
sufficienti benefici sociali alla comunità nera.
REEBOK
Ecco le fabbriche-lager” Rivelazioni-choc sulle condizioni di vita e
di lavoro “Operai vittime di abusi, molestie, carenze igieniche”
NEW YORK – La Reebok denuncia la Reebok, sulle condizioni di lavoro
negli stabilimenti che hanno sede nel Terzo mondo. Il primo rapporto
della multinazionale dell’abbigliamento sportivo, sulla vita nelle
fabbriche indonesiane, fornisce un quadro drammatico della
situazione: in quei capannoni, dove si producono le scarpe e le
magliette destinate ai ragazzi di tutto il mondo, gli operai devono
fare i conti con continui disagi e prevaricazioni. E cioè con
molestie, discriminazioni sessuali, costanti minacce alla salute. Il
documento, che conta oltre quaranta pagine, è stato redatto dagli
ispettori inviati dalla stessa Reebok. E la novità non è tanto
nell’averlo commissionato (ispezioni del genere non sono infrequenti,
in aziende che hanno centri di produzione in altri paesi), quanto
nella decisione di renderlo pubblico, in tutta la sua crudezza. Nel
testo infatti si parla apertamente delle terribili condizioni in cui
i dipendenti sono costretti a lavorare. Un “realismo”, nel descrivere
la disumanità nel trattamento degli operai, che suona ancora più
inconsueto, se paragonato ad un analogo rapporto realizzato, due anni
fa, da un’altra multinazionale del settore, la Nike. In quel caso, la
relazione, dai toni molto soft, era stata aspramente criticata, e la
società accusata di aver tentato di mascherare una situazione ben più grave.
Ma forse proprio il “boomerang” d’immagine che aveva colpito
la Nike ha convinto Reebok ad adottare una strategia differente, a
recitare pubblicamente (e con la massima pubblicità possibile) il mea culpa,
per poi annunciare radicali cambiamenti: i vertici hanno già
comunicato che per migliorare le condizioni nelle fabbriche
indonesiane sono stati stanziati 500.000 dollari. “E non è che
l’inizio: questa prima somma verrà utilizzata solo per tamponare le
prime emergenze”, ha fatto sapere la multinazionale. E, negli Stati
Uniti, sono arrivate le prime reazioni positive: “Quello che sta
avvenendo – commenta Scott Greathead, direttore esecutivo del
Comitato legale per i diritti umani – testimonia di una nuova
consapevolezza delle aziende, che cominciano a rendersi conto di come
un’onesta analisi della situazione sia la strada migliore da
percorrere”. Del resto negli Usa le associazioni di consumatori, che
contano migliaia e migliaia di iscritti, conducono da anni una
battaglia contro lo sfruttamento della manodopera nel Terzo mondo, in
cui vengono denunciate soprattutto le condizioni disumane in cui
lavorano bambini e adolescenti. Lotte che appannano l’immagine delle
società che finiscono sul banco degli imputati, e che spesso sono
accompagnate da boicottaggi di alcuni prodotti, sospettati di essere
il frutto di queste violazioni dei diritti umani. (18 ottobre 1999)
ADIDAS
BENETTON
http://www.tmcrew.org/csa/l38/multi/benetton/index.htm
DISNEY
http://www.tmcrew.org/csa/l38/multi/disney.htm
sfruttamento dei lavoratori
CHICCO:
sfruttamento lavoratori
http://www.tatavasco.it/boycott/chicco.htm

SETTORE FOTOGRAFICO:
Eastman Kodak
Nel 1987 è stata nominata il più grande singolo emettitore di
metilene cloride negli USA e per questo è stata condannata a pagare
due milioni di dollari nel 1990.
Anche i dati dell’EPA del 1989 confermano che la Kodak era uno dei
nove peggiori inquinatori con materie chimiche tossiche negli USA ed
uno dei maggiori “rilasciatori” di sotanze “conosciute o sospette di
essere cancerogene”.
http://www.mcspotlight.org


SETTORE PETROLIFERO:
Shell
COSA COMBINA NEL MONDO LA SHELL
REGIMI OPPRESSIVI: nel 1993, il gruppo Shell possedeva filiali in
Brasile, Colombia, Egitto, El Salvador, Guatemala, Honduras, India,
Indonesia, Iran, Kenya, Liberia, Mali, Messico, Marocco, Papua Nuova
Guinea, Perù, Filippine, Senegal, Siria, Turchia e Uganda.
SALARI E CONDIZIONI DI LAVORO: nel 1991 la Shell violava il codice di
condotta della Comunità Europea, pagando ai lavoratori neri del
Sudafrica dei salari inferiori al minimo legale. Inoltre è una delle
tre multinazionali coinvolte nella causa intentata da 500 contadini
del Costarica resi sterili dai pesticidi. La Shell e la Dow Chemical
avevano sviluppato e prodotto il pesticida DBCP, che è proibito negli
U.S.A. e che ha causato la sterilità nei lavoratori delle piantagioni di banane.
La Shell e la Dow Chemical hanno bloccato il processo nel
Texas per 7 anni. Negli U.S.A. la Shell Mining Co. era nel 1989 una
delle 5 imprese minerarie con le peggiori misure di sicurezza.
DIRITTO ALLA TERRA: secondo un rapporto dell’ottobre 1991, una vasta
area di foresta tropicale intatta è minacciata da una serie di 10
dighe idroelettriche, progettate per fornire energia ad un complesso
di miniere di bauxite e fonderie di alluminio nel Parà, in Brasile.
La miniera di bauxite è il primo di molti progetti minerari in
Amazzonia, ed è controllata da ALCOA (U.S.A.) e da una filiale della Shell, Billiton.
La fonderia della miniera userà energia
proveniente dalla diga Cachoeira Porteira, che inonderà 911 Kmq di foresta tropicale,
compresi alcuni villaggi dell’Amazzonia.
La diga inonderà
anche terre abitate da 23 gruppi di popoli indigeni, alcuni dei quali
non sono ancora venuti in contatto con l’uomo bianco. Secondo
Survival International, la Shell è coinvolta nelle ricerche di gas
naturale sul fiume Camisea in Perù, sulle terre degli Indios
Machiguenga, vicino alla zona degli Indios Kugapakori, non ancora
contattati, e quindi vulnerabili alle malattie. Nel 1990,
secondo “The Ecologist”, la Shell ammise di aver scelto una zona in
Thailandia per una piantagione di eucalipti perchè sarebbe stato
relativamente economico sfrattare e risarcire più di 4.000 indigeni.
Fu consentito agli agenti della Shell di usare la corruzione e le
minacce di violenza per indurre gli indigeni a lasciare le loro terre.
AMBIENTE: nell’agosto 1989 la Shell fu accusata di aver causato
un’eruzione di petrolio alla raffineria di Stanlow. Si ebbe una
fuoriuscita di 37.500 litri di petrolio greggio, che inquinò 20 km
dell’estuario del fiume Mersey. Nel primo processo da parte della
National Rivers Authority, la Shell ebbe una multa di 1 milione di
sterline. Fu giudicata incapace di “compiere il proprio dovere di
rispetto dovuto alla comunità”. Secondo l’Autorità Nazionale dei Fiumi,
la Shell era più preoccupata di salvare l’oleodotto che non di
impedire la perdita, con un incremento nella fuoriuscita di 7
tonnellate di petrolio. Nel 1992, la raffineria Stanlow a Ellesmere
Port era all’undicesimo posto nella lista di Greenpeace dei 50
impianti industriali più ‘sporchi’, autorizzata dalla NRA a scaricare
rifiuti tossici nell’ambiente marino. Fu scoperta ad inquinare
illegalmente su 42 dei 275 campioni di acqua prelevati dalla NRA. Fu
scoperta anche a scaricare tre sostanze chimiche proibite senza autorizzazione.
ENERGIA NUCLEARE: nel 1993, la British Lead Mills era membro del
Forum Nucleare Britannico, ed era fornitore di contenitori per materiale radioattivo.
ARMAMENTI: la Shell è coinvolta nella produzione di tessuti da
mimetizzazione tramite Don & Low, e solventi, resine e altri prodotti
con la Shell Chemicals. La Shell inoltre fornisce carburante alla marina ed alle forze aeree.
TEST SU ANIMALI: nel 1993 la Shell, su richiesta legale, ha testato
veleno per roditori su animali, ed anche altri prodotti chimici come
detergenti e anticongelanti prevedono test su animali.
CAMPAGNA DI BOICOTTAGGIO: nel giugno 1993 la Shell interruppe gli
accordi per riconoscere i diritti dei lavoratori ad essere
rappresentati dai sindacati, nella raffineria Haven nell’Essex. Il
sindacato TGWU lanciò nell’agosto 1993 il boicottaggio della Shell,
finchè non saranno restaurati i diritti democratici dei lavoratori.
http://www.tmcrew.org/csa/l38/wwi/shell/index.htm
ESSO:
Una delle maggiori compagnie petrolifere mondiali , con stabilimenti
in mezzo mondo, ma sedi legali concentrate nei paradisi fiscali:
Isole Marshall, Isole Cayman, Bahamas, Lussemburgo…La Exxon-Mobil,
che in Europa si presenta come Esso, è responsabile di almeno quattro
disastri naturali negli ultimi 11 anni.
Dopo che il presidente Bush Jr. ha dichiarato morto il protocollo di
Kyoto sulla riduzione dei gas ad effetto serra, il partito verde
internazionale ha lanciato il boicottaggio della Exxon-Mobil e delle
altre compagnie Usa (Texaco e Chevron) che hanno generosamente
finanziato la campagna elettorale del nuovo inquilino della casa bianca.
Maggiori info su: http://www.corporatewatch.org
Totalfina-Elf:
(proclamata per connivenze con il regime oppressivo in Birmania +
danni per l’affondamento della Erika)
COMPORTAMENTI NON ETICI SEGNALATI: Scarsa trasparenza, Abuso di
potere, Sfruttamento Terzomondo, Commercio con l’esercito, Danni
all’ambiente, Diritti lavoratori, Regimi oppressivi, Illeciti
Eni-Agip:
http://www.tmcrew.org/csa/l38/multi/eni_agip/index.html


SETTORE MOTORI:
Mitsubishi Group e le sue derivazioni Princes, Apricot
La Mitsubishi Corporation (meglio conosciuta per le sue automobili e
per l’elettronica) è coinvolta nell’importazione di grandi quantità di legname in Giappone.
Il gruppo è anche legato al commercio delle armi ed all’industria nucleare.
http://www.mcspotlight.org


SETTORE CHIMICO GENETICO
info: http://www.tatavasco.it/archivio/biotech/biotech.htm
Monsanto:
http://www.tatavasco.it/boycott/monsanto.htm
Novartis
(proclamata da una lega di associazioni di agricoltori e consumatori
americani per la produzione di mais OGM)
COMPORTAMENTI NON ETICI SEGNALATI: Scarsa trasparenza, Abuso di
potere, Sfruttamento Terzomondo, Danni all’ambiente, Vendite
irresponsabili, Ogm, Regimi oppressivi, Illeciti, Sfruttamento
animali, Pubblicita’ scorretta




SETTORE FINANZIARIO:
http://www.tatavasco.it/bancaetica.html
Lista delle banche legate al commercio d’armi:
Ubae Arab Italian Bank
Credito Italiano
Istituto San Paolo di Torino
Banca Commerciale Italiana
Banca Nazionale del Lavoro
Banco di Napoli
Banca di Roma
Cassa di Risparmio di La Spezia
Monte dei Paschi di Siena
Banca Nazionale dell’Agricoltura
Banco Ambrosiano Veneto
Banca Toscana
Banca Popolare di Brescia
Banco do Brasil
Cariplo
Credit Agricole Indosuez
Banca Popolare di Bergamo – Credito Varesino
Banca Popolare di Novara
Banca San Paolo di Brescia
Cassa di Risparmio di Firenze
Banca Carige
Barclays Bank
Unione Banche Svizzere
Banco di Chiavari e della Riviera Ligure
Unicredito Italiano
Banca Popolare di Intra

ETICAMENTE PARLANDO:
Elenco delle società che hanno ottenuto i migliori punteggi dal punto di vista etico
CTM – Importazione e distribuzione di prodotti del Commercio Equo.
COOP – Grande distribuzione.
CONAPI – Cooperativa produttori miele.
BONDUELLE – Verdure in scatola, congelate e fresche.
RITTER – Cioccolata.
ALSO – Farmaci e integratori energetici.
AMBROSOLI – Produzione miele.
BALOCCO – Prodotti dolciari.
BAULI – Prodotti da forno, pandori, panettoni.
DECO – Cooperativa: alimentari e detersivi.
GRANAROLO – Latte e derivati.
ILLY – Caffè.
LUCART – Carta.
OROGEL – Settore agroindustriale, gelati e surgelati.
POMPADUR – Infusi e tè.
SANGEMINI – Acque minerali.
SCHIAPPARELLI – Cosmetici, farmaci, prodotti dietetici




DA BOICOTTARE!!NE HAI BISOGNO? (lista incompleta):

ABBIGLIAMENTO: Nike, Reebok, Adidas, Benetton, Chicco
ACQUA MINERALE: Claudia, Giara, Giulia, Limpia, Lora Recoaro,
Pracastello, Sandalia, Tione,Perrier, Vittel, Acqua Vera, San
Bernardo, S. Pellegrino, Panna, Levissima, Pejo, Ulmeta (NESTLE’),
Ferrarelle, Igea, Antica Fonte, Boario, Fausta, Vitas (DANONE)
ALIMENTARI: Milkana, Gradina, Rama, Maya (UNILEVER)
ANIMALI: Friskies, Buffet (NESTLE’)
BENZINA: Shell, Esso, Agip, Totalfina-Elf, Monsanto
BEVANDE: Nescafè, Nesquik, Nestea, Orzoro, Belte’, Chino’, Mirage,
Nestea, One-o-one, S.Bitter (NESTLE’), Coca Cola, Sprite, Fanta,
Pepsi, San Pellegrino
CIOCCOLATO: Perugina, Baci, Nestlè (NESTLE’)
CONSERVE: Berni, Condipasta, Condiriso (NESTLE’)
COSMETICI: Atkinson (UNILEVER), L’Oreal, Lancome (NESTLE’), Johnson &
Johnson, PalmoliveCREME: Leocrema, Cutex (UNILEVER)
DADI PER BRODO: Maggi (NESTLE’)
DENTIFRICI: Durban’s, Benefit, lose-up, Pepsodent, Mentadent
(UNILEVER), Colgate, Johnson & Johnson
DETERSIVI: Coccolino, Omo, Bio Presto, Svelto, Vim, Cif, Lysoform,
Surf (UNILEVER)
DOLCI: Smarties, Kit Kat, Galak, Lion, After Eight, Quality Street,
Toffee, Polo, Rowntree, Motta, Alemagna, Nesquik, Fruit Joy, Fruttolo
(NESTLE’), Marmellata Althea (UNILEVER), Ritz, Oro Saiwa, Oro Ciok,
Crackers Premium Saiwa, Cipster, Biscotti Tuc, Pansaiwa, Urrà,
Biscotti Vitasnella, Dolcezze del mondo, Le Frolle, Wafer Saiwa,
Biscotti Prince (DANONE-Saiwa), Mulino Bianco (Barilla)
FORMAGGI: Locatelli (NESTLE’)
GELATI: Algida, Carte d’Or, Eldorado, Magnum, Solero, Sorbetteria di
Ranieri (UNILEVER), Motta, Alemagna, Antica Gelateria del Corso
(NESTLE’)
MAIONESE: Calve’, Mayo’, Top down (UNILEVER)
OLIO: Bertolli, Dante, Friol, Maya (UNILEVER), Sasso (NESTLE’)
PASTA: Buitoni, Pezzullo (NESTLE’), Barilla
PROFUMI: Fabergè, Brut 33 (UNILEVER)
SALUMI: Vismara, King’s (NESTLE’)
SAPONETTE: Lux, Dove, Rexona (UNILEVER)
SHAMPOO: Clear, Elidor, Axe, Denim, Dimension, Dove, Timotei
(UNILEVER), Palmolive, Johnson & Johnson
SPAZZOLINI: Gibbs (UNILEVER)
SURGELATI: Findus, Genepesca, Igloo (UNILEVER), Surgela, Mare Fresco,
La Valle degli Orti (NESTLE’)
TE’: Lipton, TE’ati (UNILEVER)
YOGURTH E AFFINI: Yogurth Danone, Vitasnella, Actimel, Danito,
Danette (DANONE)
VARI PRODOTTI: Vallelata Galbani, Mozzarella Santa Lucia, Galbanino,
Bel Paese, Certosa(DANONE – Gruppo Galbani), Kodak, Mitsubi

 

 

 

 

 

 

 

 

tratto da:

https://usalatuatesta.wordpress.com/lista-multinazionali-da-boicottare/

 

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Dopo che si è presa coscienza di tutto questo bisogna fare un’analisi e riconoscere che in reltà il vero problema SIAMO TUTTI NOI.


Noi siamo il sistema, noi lo alimentiamo, esso è fatto a nostra immagine e somiglianza.


Anche l’informazione che abbiamo, è stata un conseguenza della nostra negligenza.


Dobbiamo riconoscere che l’impero sta in piedi grazie a noi, noi viviamo dei prodotti delle guerre, mangiamo il petrolio tutti i giorni.


Finchè non ammetteremo questo le cose non possono cambiare.


Una volta che tutti avranno preso coscienza, dovremo fare qualcosa, insieme, per cambiare il mondo.


Gli strumenti ci sono, e anche i modi per farlo.


Questi comporteranno grandi sacrifici ma quando il nostro obbiettivo sarà realizzato ne sarà valsa la pena, perchè vivremo in un mondo più equo, più giusto, più pulito e abitato da persone dal libero pensiero…




Ma finchè le persone non riacquisteranno il libero pensiero indipendente tutto questo non sarà possibile.


:)

giovedì 5 maggio 2016

Sveglia!!!NO TTIP! RESISTENZA! SOVRANITA ALIMENTARE!NO OGM!SI AL BIOLOGICO ITALIANO!




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Fino a ieri Europa e Stati Uniti hanno discusso il TTIP (Trattato Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti) a porte chiuse e in gran segretezza.

Questo nonostante le proteste di milioni di persone, proccupate che l'accordo potesse aggirare le norme europee basate sul "Principio di Precauzione" in base al quale prima di immettere un prodotto sul mercato, deve esserne provata la sicurezza per la salute umana, ambientale e animale. 

Di questo principio, che oggi protegge 500 milioni di cittadini europei dagli OGM e dalla carne trattata con ormoni, non c'è traccia negli accordi!

I nostri timori hanno avuto conferma! Greenpeace Olanda ha avuto accesso a buona parte dei testi negoziali del TTIP: 248 pagine di documenti che dimostrano che avevamo ragione: le pressioni USA per aggirare le norme europee sono enormi! 

Tutti i cittadini ora possono conoscere il contenuto del TTIP fino ad oggi rimasto segreto, ed attivarsi per bloccarlo subito!

  il 7 Maggio a Roma ci sarà una grande Manifestazione Nazionale #STOPTTIP. Il ritrovo è alle 14.00 in Piazza della Repubblica.

 
Informati, attivati e INVITA I TUOI AMICI A PARTECIPARE!


Grazie per quello che farai!
 interessa tutti noi e chi verrà dopo di noi, la nostra salute, ogni giorno più compromessa, è in gioco,  la nostra vita , il lavoro e la sopravvivenza di migliaia di agricoltori, produttori italiani e tutta la nostra cultura alimentare .
la dieta mediterranea anticancro, le nostre eccellenze in campo alimentare, i prodotti di nicchia,il biologico in cambio di cosa OGM e junkfood???

RESISTENZA e LOTTA per la SOVRANITA ALIMENTARE!!!!!!

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BOICOTTIAMO QUALSIASI PRODOTTO AMERICANO!
DICIAMO NO, COSI, ALL'ATTACCO ALLA NOSTRA CULTURA E SOPRAVVIVENZA!!

è l'unico voto che ci rimane , siamo tantissimi e loro pochi, basta che alle nostre idee seguano le GIUSTE AZIONI e saremo una minaccia considerevole per loro e in modo pacifico! 
Compriamo cibo italiano, locale, biologico se possibile.
Utilizziamo i GAS ( gruppi d' acquisto solidali) , andiamo a conoscere i produttori locali.

COERENZA  e CONSAPEVOLEZZA!

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 CITAZIONI:

Siamo in sei miliardi su questo pianeta e produciamo cibo per dodici miliardi di persone! Ogni giorno solo in Italia vengono buttate più di 4000 (quattromila) tonnellate di cibo, in Europa 50.000 (cinquantamila). Questo mentre 17.000 bambini muoiono ogni giorno di fame. Insostenibile è dire poco.
(Carlo Petrini)


 Se non siamo disposti a vivere nella spazzatura, perché dovremmo accontentarci del cibo spazzatura.
(Sally Edwards)


 Pomodori high-tech. Latte colorato. Mais trasgenico. Dovremmo mangiare questa roba? O questa roba sta mangiando noi?
(Annita Manning)


 I tre princìpi di Slow Food e Terra Madre, sono buono, pulito e giusto. Il buono… va da sé. Il pulito: rispettare gli equilibri della Terra. Il giusto: giustizia sociale per gli agricoltori che stanno per scomparire ovunque. Se l’ottimo riso che stiamo mangiando è stato raccolto da lavoratori in nero sfruttati come schiavi, questo mi disgusta.
(Carlo Petrini)


 Bisogna dimostrare a uno dei nostri studenti che facendo il pane buono si campa meglio che stando in un call-center
(Carlo Petrini)


 Non mangiate nessuna cosa che la vostra bisnonna non avrebbe riconosciuto come cibo.
(Michael Pollan)


 Nel momento in cui ci accingiamo a fare un acquisto l’unico indicatore di riferimento che teniamo a mente è il prezzo. A noi interessa solo quello, non sapere dove e come è fatto quel che mangiamo, non cosa contiene, non quanta strada ha percorso per arrivare fino a noi, non se dà da vivere al contadino che lo ha prodotto.
(Carlo Petrini)


 Tutte le volte che mi fanno una domanda sul “cibo biologico” io mi chiedo: ma quando è partita la follia per cui è necessario certificare come un’eccezione ciò che dovrebbe essere la norma? Coltivare, allevare, trasformare la natura in cibo senza aggiungere input esterni, chimici e a base di petrolio, dovrebbe essere normale. È chi aggiunge fertilizzanti chimici, pesticidi, additivi, conservanti che dovrebbe dichiararlo, certificare e documentare la sua “anormalità”.
(Carlo Petrini)
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 Oggi a zappare ci vanno, ci vorrebbero andare, quelli che studiando hanno capito che è a partire dal cibo che si cambia il mondo, e si migliora l’ambiente, la salute, la qualità della vita di tutti.
(Carlo Petrini)


 Il giorno in cui il cibo perderà la sua storia e il suo valore non ci sarà più speranza per nulla.
(Carlo Petrini)

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